LA COLLEZIONE
La Collezione nasce dalla passione per l'arte contemporanea dell'imprenditore e collezionista Ovidio Jacorossi.
La sua volontà di coniugare lo spirito d'impresa con l'intuizione creativa dell'arte contemporanea si è tradotta in una "collezione d'impresa", per sua stessa natura dinamica ed estranea ai classici schemi di storicizzazione.
"Un collezionare per passione ma praticato in termini di libera arrischiata creatività di un impegno d'impresa" nella definizione di Enrico Crispolti, curatore delle due mostre Dal Simbolismo all'Astrazione e Colore, Immagine, Segno, Oggetto, Comportamento, che narrano il viaggio nel Novecento artistico italiano, e romano in particolare, attraverso la Collezione stessa, realizzate all'interno dello Spazio Musia di Via dei Chiavari nel 2017-2018.
Il fil rouge che percorre tutta la collezione è costituito da Roma e dagli artisti che qui hanno lavorato.
Essa comprende una considerevole quantità di opere d'arte che toccano i principali movimenti ed avanguardie artistiche italiane del secolo scorso.
Dal Futurismo di Giacomo Balla alla Metafisica di Giorgio De Chirico, dalla Scuola Romana, i cui artisti attivi a Roma dagli anni 20 agli anni 40 costituiscono il nucleo principale della Collezione, all'Astrattismo di fine anni '40 e '50.
E ancora gli artisti della Nuova Scuola Romana di Piazza del Popolo, una piccola comunità di sognatori ribelli e sperimentatori, di cui Mario Schifano, Franco Angeli e Tano Festa, sono stati gli artefici più rappresentativi.
Loro appassionato sostenitore fu il leggendario gallerista e fotografo Plinio De Martiis. La sua Tartaruga, situata proprio sopra il bar Rosati di Piazza del Popolo, negli scatenati anni Sessanta e Settanta, fu punto d'approdo per una poliedrica umanità di artisti, intellettuali, personaggi del cinema e della moda.
Ovidio Jacorossi scelse Plinio De Martiis come compagno di viaggio nell'arte contemporanea e con lui condivise l'opportunità di importanti acquisizioni di opere nel corso degli anni.
Negli anni Ottanta opere dell'Arte Povera e dell'Arte Concettuale si affiancano a quelle della Nuova Figurazione, con gli Anacronisti, di cui Ovidio Jacorossi acquistò un nucleo completo alla Biennale dell'84, presentato da Maurizio Calvesi; la Transavanguardia, nata da un'intuizione di Achille Bonito Oliva e la Scuola di San Lorenzo.
Gli anni Novanta sono caratterizzati dalla serie di 54 opere di grandi dimensioni di Mario Schifano, commissionate nel 1990 dal collezionista all'artista; costituiscono la mostra Divulgare, curata da Achille Bonito Oliva, che, insieme alle mostre Rubens e la Roma dei Tarquini, ha riaperto al pubblico nel 1990 il Palazzo delle Esposizioni di Roma, ristrutturato dal gruppo imprenditoriale Jacorossi.
Alcune di esse, dopo essere state trasformate dall'intervento incidentale del fuoco, vennero riproposte nel 2008 nel foyer dell'Auditorium Parco della Musica di Roma in un convegno e una mostra, I fuochi dell'arte e le sue reliquie, sempre curata dall'amico Bonito Oliva, sul tema della durata e del restauro dell'arte contemporanea.
Dicembre del 2021 segna la terza tappa del lungo viaggio della storia di queste opere iniziata nel 1990 e dei protagonisti che l'hanno condivisa, con la mostra Mario Schifano. I'm on fire, curata da Marco Meneguzzo e realizzata al Palazzo Sant'Elia di Palermo.
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